Prende il via il 6 marzo presso il centro Romexpo di Bucarest il congresso del Partito popolare europeo (Ppe), formazione politica che, come noto, vanta la compagine più numerosa al Parlamento europeo. Oltre duemila delegati da 40 Paesi sono riuniti sotto l'egida del presidente, il cristiano-sociale bavarese Manfred Weber. Sono presenti ai lavori o a parte di essi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen; la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola; 15 capi di Stato e di governo; quattro vicepremier; otto commissari europei, oltre ai presidenti dei partiti membri del Ppe.
Il consesso dei Popolari sarà prioritariamente centrato sui preparativi e la strategia da seguire per le elezioni del Parlamento europeo del 6-9 giugno, con la prevista votazione di giovedi 7 marzo di Ursula von der Leyen a candidato leader del Ppe, in vista di una riconferma alla guida della commissione europea per il prossimo quinquennio. Altro passaggio fondamentale, è l'adozione di un Manifesto elettorale per il quale Weber ha delineato in conferenza stampa alcune linee guida. Significativamente Weber ha dichiarato: "L'Europa è sotto pressione in questo momento ma noi vogliamo difendere la nostra Ue contro tutti i nazionalismi e gli estremisti, non votate i partiti estremisti, votate per questo centro e per un'Europa più forte". Gli ha fatto eco il vicepresidente del Ppe, l'europarlamentare romeno Siegfied Muresan, secondo il quale " i partiti pro-Ue continueranno a guidare l'Europa e ad avere la maggioranza in Parlamento", aggiungendo che le formazioni anti-Ue: “saranno isolati e penso che si divideranno perché non riescono loro stessi a trovare un accordo su alcuni dossier”.
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